mercoledì 27 aprile 2016

Piero Giladi_estratto intervista

L’intervento: l’azione dell’arte nel paesaggio



Artisti, poeti, come anche studiosi, possono risolverne il distacco se coinvolti nelle politiche territoriali? In che modo?


Gli artisti ecologici, gli artisti della bioarte, fanno veramente della politica, o meglio biopolitica, e i loro riferimenti sono i movimenti ecologisti nelle loro diverse articolazioni. Per realizzare dei progetti riescono in qualche caso ad avere l’appoggio politico. L’artista deve dialogare con una comunità, con una formazione di cittadini che fa una militanza ecologica. La militanza ecologica oggi ha due facce. Una è la protesta e il conflitto contro le cause più varie dell’inquinamento, l’altra è quella di costruzione di un’alternativa, cioè di un modello in rapporto con la natura alternativo, tipo quello di fare un orto urbano tutto biologico. Gli artisti fanno riferimento a questi movimenti. Non so come sia in Germania, se il partito dei Grünen abbia ancora forza, però la situazione generale è che i partiti hanno perso la capacità di rappresentare le masse, invece sono i movimenti che portano avanti le istanze. Quindi gli artisti si appoggiano ai movimenti e sono molto rari gli artisti che rifiutano la definizione di militante, sono rarissimi, nel nostro ambito culturale.