martedì 7 giugno 2016

Mario Airò_estratto intervista

L’identità: il rapporto dell’artista col paesaggio



Che tipo di paesaggio vedi oggi in rapporto alle tue esperienze? Un paesaggio naturale, incontaminato, distrutto, degradato?

Il paesaggio è stato rovinato moltissimo. I concetti di urbanistica che abbiamo secondo me sono terrificanti: il dividere i posti, come le abitazioni dai posti di lavoro, il creare delle aree esclusive per l’accesso dei tir, come quando ho abitato in Toscana e i fondovalle sono stati devastati perché erano gli unici posti dove facevano passare i camion. Una volta tutte le nostre abitazioni erano case bottega, la piccola impresa a pianoterra aveva il locale artigianale e al piano di sopra aveva le unità abitative. Il tessuto sociale era tutto coeso. Adesso abbiamo le aree dove lavorare da una parte, le case per vivere da un’altra, i centri sono diventati solo uffici e luoghi del terziario. Questo modo di orchestrare la civiltà e organizzare di conseguenza il paesaggio è frutto di una politica estremamente miope, di una cultura che non ha un orizzonte.

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