lunedì 21 marzo 2016

Luca Pancrazzi_estratto intervista

L’ambiente: il paesaggio naturale nell’arte



Oggi che rapporto hai con la natura?

Come diceva Alighiero Boetti, La natura è una faccenda ottusa. Un gruppo di termiti che fanno castelli di due tre metri, in quanto animali organizzati, non possono essere paragonati a chi artificializza il paesaggio? Anche l’uomo fa parte della natura e dell’ambiente, se ha inventato il cemento per costruire i palazzi piuttosto che la malta fatta con la saliva e la sabbia come usano le termiti. Quindi questa distinzione tra naturale e artificiale non la farei per niente.

venerdì 11 marzo 2016

Orio Vergani_estratto intervista

La prospettiva: la percezione del paesaggio per l’artista



Oggi, ricercando un luogo con Google Maps, il satellite impone il suo punto di vista e indebolisce lo sguardo frontale tradizionale dell’homo herectus. Tutti questi modi di vedere il paesaggio, di interpretare il mondo, come stanno influenzando la comprensione del paesaggio nell’opera artistica Quali contributi, vantaggiosi o meno, porta questa complessità percettiva nell’arte in favore del paesaggio?

Peter Fend sicuramente ha lavorato con la vista satellitare ancora prima che ci fosse Google Earth, ma la cosa interessante è che questa tua domanda mi fa venire in mente che adesso avremo un ulteriore passaggio, un ulteriore complicazione, perché in questo momento viviamo in due paesaggi possibili, la realtà e la virtualità, e anzi piano piano la virtualità si va a sovrapporre completamente alla realtà.

mercoledì 2 marzo 2016

Francesco Poli_estratto intervista

La storia: la visione culturale del paesaggio per l’artista



Le leggi a tutela del paesaggio sono passate da una visione puramente estetica, a una fortemente ambientale infine ad una visione integrale e identitaria dove tutto il paesaggio è degno di nota. Quali di questi aspetti culturali rivedi nell’arte contemporanea?

Non ci si occupa più solo del paesaggio naturale in termini della sua bellezza, perché in realtà poi a ben vedere tutto può essere bello, anzi quello che è naturale è bello, ma invece ci si occupa del tema intorno alle possibili apocalissi a livello mondiale o a temi molto più limitati che arrivano persino alla rivalutazione dell’attenzione per quello che è Il Terzo Paesaggio, come lo chiama Gilles Clément. Questo terzo paesaggio non è stato inventato, ma significa tutte le forme di natura che nascono negli Interstizi dei processi di costruzione artificiale umana. Un tema affascinante che ha sempre attratto molti fotografi, ma ci sono anche pittori e artisti che lo hanno sempre rappresentato e ci sono anche interventi di artisti all’interno di questo contesto urbano ecologicamente più degradato. Si cercano di evidenziare questi aspetti marginali che hanno naturalmente anche un significato metaforico, perché addirittura rinasce la natura lì dove era soffocata, e questo è un far riflettere su come l’energia della terra, dunque della natura, alla fine è qualcosa che rinasce sempre.