mercoledì 2 marzo 2016

Francesco Poli_estratto intervista

La storia: la visione culturale del paesaggio per l’artista



Le leggi a tutela del paesaggio sono passate da una visione puramente estetica, a una fortemente ambientale infine ad una visione integrale e identitaria dove tutto il paesaggio è degno di nota. Quali di questi aspetti culturali rivedi nell’arte contemporanea?

Non ci si occupa più solo del paesaggio naturale in termini della sua bellezza, perché in realtà poi a ben vedere tutto può essere bello, anzi quello che è naturale è bello, ma invece ci si occupa del tema intorno alle possibili apocalissi a livello mondiale o a temi molto più limitati che arrivano persino alla rivalutazione dell’attenzione per quello che è Il Terzo Paesaggio, come lo chiama Gilles Clément. Questo terzo paesaggio non è stato inventato, ma significa tutte le forme di natura che nascono negli Interstizi dei processi di costruzione artificiale umana. Un tema affascinante che ha sempre attratto molti fotografi, ma ci sono anche pittori e artisti che lo hanno sempre rappresentato e ci sono anche interventi di artisti all’interno di questo contesto urbano ecologicamente più degradato. Si cercano di evidenziare questi aspetti marginali che hanno naturalmente anche un significato metaforico, perché addirittura rinasce la natura lì dove era soffocata, e questo è un far riflettere su come l’energia della terra, dunque della natura, alla fine è qualcosa che rinasce sempre.

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