giovedì 19 maggio 2016

Tiziana Tacconi_estratto intervista

L’intervento: l’arte in favore del paesaggio



Possiamo dire che l’arte, ogni tipo di arte (pittorica, fotografica, poetica, ecc..), rinnovando la visione del mondo e rinnovando l’idea di paesaggio, è già quindi un progetto di paesaggio?


Attualmente io credo che l’arte, rinnovando la visione attraverso i linguaggi fotografici e questo genere di cose, non sta facendo niente. Io credo che oggi l’arte debba entrare direttamente in rapporto con la natura. Cioè bisogna mettere i piedi nella terra, le mani, il corpo. Sono stanca di rappresentazioni, di racconti a distanza. In una società che va sempre di più verso la sottrazione del corpo, perché è una società che sta andando nella direzione del virtuale, Io credo che la nostra arte terapeutica debba invece mettere il corpo dentro la materia, in contatto con la materia.

venerdì 13 maggio 2016

Michelangelo Pistoletto_estratto intervista


 

L’intervento: l’arte come strumento politico per il paesaggio



Artisti, poeti, come anche studiosi, possono risolverne il distacco se coinvolti nelle politiche territoriali? In che modo?


Bisogna cambiare il concetto di politica, farglielo trovare alla società già pronto, ma non attraverso la politica.

[…]

La democrazia deve essere fatta dal popolo, e la chiamiamo “demopraxia”, non più democrazia, perché demo-praxia vuol dire demo-pratica, mentre craxia vuol dire potere. Il potere del popolo abbiamo visto che non funziona, il popolo non può esercitare potere, perché è sempre qualcuno che prende il potere per il popolo. Invece la praxia, la pratica, può e deve essere esercitata dal popolo.

[…]

Io come artista parto dall’autonomia dell’artista, infatti non abbiamo mai fatto niente perché ce l’ha chiesto o la regione o il comune o la banca, abbiamo sempre fatto quello che volevamo noi. Semmai devono cambiare loro, noi vogliamo cambiare loro. Se l’arte non cambia il mondo, il mondo cambia l’arte, e così perde la sua autonomia e la sua responsabilità. L’arte ha questo compito, hai il compito di portare alla responsabilità la massima autonomia che ha acquisito nel XX secolo.

venerdì 6 maggio 2016

Matteo Cremonesi_estratto intervista

Il sentimento: l’esperienza dell’artista nel paesaggio



Il paesaggio è anche un’esperienza di ordine emotivo: quali esperienze emotive hanno contribuito alla tua visione del paesaggio? Come il tuo vissuto ha influito sulla percezione del paesaggio?

Se la natura è interessante lo è secondo me per la sua capacità di unire, di creare incontri imprevedibili che, essendo regolati da un’istintualità, da una necessità, abbiano ancora la possibilità di sorprenderti. Ci sono un sacco di momenti nella vita di ogni persona in cui l’incontro con il naturale corrisponde ad un momento introspettivo. La natura e la sessualità sono due argomenti all’interno dell’esperienza umana che hanno un carattere sovversivo sempre; non decidi la natura e non decidi la sessualità, non decidi cosa succede e cosa provi. Il panico, la paura, l’istinto, il senso del pericolo, l’affetto, il senso di bellezza, il senso di meraviglia, la vertigine, l’estasi, tutto lo spettro intero delle reazioni, delle sensazioni umane sono messe in gioco nella sessualità e di fronte alla natura. Là dove la sessualità viene disciplinata, non diventa più interessante. In questa maniera penso si debba fare qualcosa, cioè mantenere lo spettro ampio. Secondo me l’uso politico che viene fatto della sessualità e della natura si assomigliano molto. Sono dei racconti controllati.