mercoledì 1 giugno 2016

Ugo La Pietra_estratto intervista

L’immagine: la rappresentazione del paesaggio nell’arte



La Land Art negli anni ’60 e ’70 riusciva, rifiutando i comuni mezzi di diffusione dell’arte quali l’immagine, a dare l’esperienza diretta della natura operando in essa? La natura per la Land Art era un mezzo e/o un fine?

La Land Art è un discorso più contemplativo, è più un segno all’interno della natura, nel tentativo comunque di ritrovare questo rapporto. L’idea di costruire uno spazio come quello che, anche recentemente o per lo meno un tempo, si chiamava parco urbano ed extraurbano, è però un percorso che io rivendico come non molto frequentato, soprattutto in Italia. E devo dire che anche lo stesso artista in genere non ha un’attitudine in questo senso. Gli artisti, quando escono dallo spazio istituzionale come la galleria o il museo, entrano sì in una dimensione extra spazio istituzionale, però per collocare solitamente all’esterno le proprie opere più grandi, più importanti, ma portando comunque se stessi, portando solo il proprio monumento. L’artista quindi non è quello che si pone nella posizione di colui che in qualche modo trasforma, migliora, caratterizza lo spazio.

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